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Gianluca Sgueo
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Parole al vento

29 April 2012Gianluca

Digito “gio­vani” su Google: ottengo circa 13 milioni di risul­tati. “Politiche per i gio­vani” ne pro­duce oltre 1 milione. Così anche “incen­tivi ai gio­vani” (oltre 300mila risul­tati), “poli­ti­che gio­va­nili” (quasi 500mila) e “soste­gno ai gio­vani” (mezzo milione di risul­tati). Non c’è da stu­pirsi. Il voca­bolo “gio­vane” è insieme agget­tivo e sostan­tivo, entrambi di uso comune. Logico dun­que che in poli­tica si insi­sta sui gio­vani e sulle ini­zia­tive a loro dedicate.

Ma in cosa con­si­stono esat­ta­mente le poli­ti­che gio­va­nili? Quali sono le misure con­crete che il governo ita­liano ha varato per tute­larli? Dare una rispo­sta uni­voca non è sem­plice. Per comin­ciare, è neces­sa­rio fare una distin­zione tra il livello poli­tico e quello pra­tico. Non sem­pre le dichia­ra­zioni d’intenti si tra­du­cono in stru­menti con­creti. Quando poi ven­gono effet­ti­va­mente presi dei prov­ve­di­menti, spesso inter­ven­gono fat­tori esterni che ne ral­len­tano, sospen­dono o addi­rit­tura inter­rom­pono l’attuazione.

Uno dei tanti campi dove le misure a soste­gno dei più gio­vani si sono scon­trate con degli inte­ressi di parte più forti è quella delle pro­fes­sioni. L’Italia è un Paese in cui per tra­di­zione le cor­po­ra­zioni e gli ordini pro­fes­sio­nali pre­sie­dono alla tutela degli appar­te­nenti alle rispet­tive cate­go­rie, disci­pli­nando (tra le altre cose) le con­di­zioni di accesso.

Un caso su tutti, forse il più ecla­tante: gli avvo­cati. Nel 2006 l’allora mini­stro dello Sviluppo eco­no­mico Bersani varò un pac­chetto di misure fina­liz­zato alla libe­ra­liz­za­zione delle pre­sta­zioni pro­fes­sio­nali. In altre parole, il cosid­detto “decreto Bersani” aprì al libero mer­cato, per­met­tendo agli studi legali di appli­care le tariffe che rite­ne­vano più oppor­tune. Fu una deci­sione molto discussa quanto ai prin­cipi ispi­ra­tori e agli esiti. A giu­di­zio di alcuni la libe­ra­liz­za­zione avrebbe soste­nuto i gio­vani pro­fes­sio­ni­sti, con­sen­tendo loro di entrare sul mer­cato più agevolmente, applicando tariffe più con­ve­nienti e atti­rando così un numero mag­giore di clienti. Secondo altri invece la corsa al ribasso avrebbe cau­sato un impo­ve­ri­mento gene­rale della cate­go­ria, dan­neg­giando sia gli avvo­cati di vec­chio corso, sia soprat­tutto i nuovi avvo­cati, costretti a pra­ti­care tariffe da fame per poter rac­co­gliere clienti.

È dif­fi­cile dire dove si trovi la verità. Piuttosto è pro­ba­bile che la libe­ra­liz­za­zione delle tariffe abbia pro­dotto entrambi gli effetti: una più dif­fusa faci­lità d’ingresso sul mer­cato, soprat­tutto per “le matri­cole”; ma anche un incen­tivo alla com­pe­ti­ti­vità, finendo per disin­cen­ti­vare i meno volen­te­rosi (o meno bril­lanti) a intra­pren­dere una car­riera soli­ta­ria, almeno per i pri­mis­simi anni.

Quali siano stati gli effetti sulla cate­go­ria degli avvo­cati, posi­tivi o nega­tivi, il ciclo vitale del decreto Bersani sem­bra vicino alla con­clu­sione. Il Ministro della giu­sti­zia Alfano ha pronto un nuovo pac­chetto di riforme che, tra le altre cose, riufficializzerà le tariffe minime degli studi pro­fes­sio­nali. In realtà la riforma dovrebbe andare ben oltre. È pre­vi­sto infatti – per­ché, è bene precisarlo, così ha chie­sto insi­sten­te­mente l’ordine degli avvo­cati – un serio giro di vite sulle moda­lità d’iscrizione all’albo e sulle incom­benze a carico degli iscritti, che aumen­tano in numero e one­ro­sità, soprat­tutto al fine di ridurre il numero di iscritti per anno e porre un freno al con­se­guente impo­ve­ri­mento della categoria.

Ostruire la pra­ti­ca­bi­lità di una pro­fes­sione per difen­dere gli inte­ressi eco­no­mici degli “interni” – pro­blema peral­tro molto dif­fuso, si pensi al caso dei tassisti– è l’esempio più evi­dente di come spesso le affer­ma­zioni di prin­ci­pio a favore dei gio­vani ven­gano poi negate nella pratica.

 (da Blog di Synthesis)

Tags: giovani, politiche giovanili

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